Henri Cartier Bresson
ID Evento 110185
Informazioni
Data Inizio
21-10-2017
Data Fine
25-02-2018
Categoria
Mostre, Mercati e Fiere
Telefono
335 413512
Sito Web
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Email
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Indirizzo
Galleria d’arte moderna
Orario
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Ingresso
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Descrizione
[vc_row][vc_column][vc_row_inner][vc_column_inner width="1/6"][vc_column_text]DESCRIZIONE
[/vc_column_text][/vc_column_inner][vc_column_inner width="5/6"][vc_column_text][rating_form id="1"][/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]Apre al pubblico sabato 21 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo Henri Cartier-Bresson Fotografo, 140 scatti in una grande mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e organizzata da Civita in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi. È il secondo appuntamento con i grandi maestri della Fotografia, dopo quello dedicato a Steve McCurry, chiuso con grande successo alla fine di febbraio di quest’anno.
Fino al 25 febbraio 201 8 un’occasione per immergersi nel mondo del grande Maestro per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero, verso la realtà storica e sociologica.
Quando scatta l’immagine guida che è stata scelta per questa sua nuova rassegna monografica allestita a Palermo, Henri Cartier-Bresson ha appena 24 anni. Ha comprato la sua prima Leica da appena due anni, ma è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.” … “Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava.
Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto.
Per Cartier-Bresson la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera.
Henri Cartier-Bresson non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, non opera alcuna scelta, le accetta o le scarta. Nient’altro. Ha quindi pienamente ragione nell’affermare di non capire nulla di fotografia, in un mondo, invece, che ha elevato quest’arte a strumento dell’illusione per eccellenza.
Lo scatto è per lui il passaggio dall’immaginario al reale. Un passaggio “nervoso”, nel senso di lucido, rapido, caratterizzato dalla padronanza con la quale si lavora, senza farsi travolgere e stravolgere.