Via Antonio Gramsci, 74, 00197 Roma RM, Italia
KIMONO, ovvero l’arte di indossare storie
ID Evento 123848
Informazioni
Data Inizio
07-11-2018
Data Fine
19-01-2019
Categoria
Cultura, Musica e Spettacolo
Indirizzo
Istituto Giapponese di Cultura - via Antonio Gramsci, 74 - Roma
Orario
Lun-Ven 9:00-12:30 e 13:30-18:30, Mer fino alle 17:30, Sab 9:30-13:00
Ingresso
libero
Descrizione
L’abito fa il monaco, il bambino, il giapponese, il fiore, come spiegano le quattro sezioni della mostra, ispirate a religione, infanzia, tradizione e natura, che vanno dipanando intrecci narrativi e icone su tessuto. Dalla collezione privata Manavello, in collaborazione con il Museo delle Civiltà di Roma, una selezione di pregiati kimono uomo/donna/bambino della prima metà del secolo scorso mostra i risvolti sociali, gli strascichi antropologici e le storie, tessute, ricamate, tinte in filo e in capo, accompagnate da ikebana Ikenobo, Ohara e Sogetsu, bambole, aquiloni.
Il kimono ha costituito, sin dagli albori della propria origine, una sorta di foglio su cui la Storia e le scelte estetiche dell’uomo, determinate da innumerevoli fattori, hanno scritto e “disegnato” gli effetti dell’evoluzione della società. Essi rappresentano pertanto un’icona culturale paragonabile ad una “fotografia istantanea” di ogni epoca. La collezione Manavello comincia a prendere forma una quindicina di anni fa da una profonda passione per il Giappone e per la sua raffinatissima cultura. La collezionista Lydia Manavello ne ha intrapreso lo studio fortemente attratta dalle arti applicate, in modo particolare dai tessuti, ed altrettanto fortemente motivata ad approfondirne la conoscenza, focalizzando la propria attenzione sugli abiti ed affiancando a questa l’acquisizione di un primo nucleo di kimono di inizio Novecento.
In una prima fase l’attenzione è stata rivolta a pregiati pezzi legati ad antichi metodi di lavoro e a minute fantasie: si tratta in prevalenza di abiti realizzati per una clientela di alto livello che richiede lussuose stoffe di seta tessute a telaio o decorate a mano da artisti e da abili artigiani. Successivamente, Lydia Manavello si è avvicinata all’ indagine dei kimono ascrivibili al primo quarantennio del Novecento, nei cui patterns, oltre ai soggetti classici sovente rivisitati in chiave moderna (i cosiddetti kimono Taisho Roman), sono presenti curiosi riferimenti a fatti di cronaca contemporanea o sorprendenti relazioni con la coeva pittura ed arte occidentali, cui il Giappone guardò con considerevole interesse soprattutto negli anni fra le due guerre.
Ne sono una testimonianza, ad esempio, il piccolo kimono da bambino che richiama l’episodio bellico fra Giappone e Cina del Manchukuo (1932) o l’appariscente kimono da donna a sfondo viola, in cui l’acceso contrasto cromatico fra il fondo e le foglie e la dimensione gigantesca del motivo decorativo ricordano le estrose soluzioni dell’Art Decò. A cura di Yurina Tsurui e Maria Cristina Gasperini, con allestimento di Nobushige Akiyama, la mostra vedrà esporre, nell’ordine, le scuole Ikenobo (7-23 novembre), Ohara (24 nov-7 dicembre) e Sogetsu (7-19 gennaio).