Da Kandinsky a Cage: un grande percorso tra arte e musica
ID Evento 110141
Informazioni
Data Inizio
11-11-2017
Data Fine
25-02-2018
Categoria
Mostre, Mercati e Fiere
Telefono
0522 454437– 444446
Sito Web
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Email
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Indirizzo
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Orario
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Ingresso
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Descrizione
[vc_row][vc_column][vc_row_inner][vc_column_inner width="1/6"][vc_column_text]DESCRIZIONE
[/vc_column_text][/vc_column_inner][vc_column_inner width="5/6"][vc_column_text][rating_form id="1"][/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]Dall’11 novembre, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, ci si immerge in un percorso tra arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage. Dove le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni.
“A partire dalla fine dell’Ottocento, e poi fino ai giorni nostri, anticipa la curatrice dell’esposizione Martina Mazzotta, si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato, con l’immaterialità dell’arte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dell’invecchiamento dell’arte, diceva il filosofo Adorno, sono l’individualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire all’arte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono l’esigenza di una aspirazione all’armonia dell’individuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica”.
E’ da queste premesse che prende avvio la mostra “KandinskyaCage: Musica e Spirituale nell’Arte”, presentando preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dell’Archivio Ricordi di Milano), la “Fantasia di Brahms” di Max Klinger e una serie di Lubok, le stampe popolari russe ottocentesche che hanno ispirato la cultura artistica successiva.