Omaggio a Guido Strazza
ID Evento 110305
Informazioni
Data Inizio
10-12-2017
Data Fine
08-04-2018
Categoria
Mostre, Mercati e Fiere
Telefono
041 5200 345
Sito Web
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Email
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Indirizzo
Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro (Cannaregio 393)
Orario
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Ingresso
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Descrizione
[vc_row][vc_column][vc_row_inner][vc_column_inner width="1/6"][vc_column_text]DESCRIZIONE
[/vc_column_text][/vc_column_inner][vc_column_inner width="5/6"][vc_column_text][rating_form id="1"][/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]La Ca’ d’Oro propone un prestigioso omaggio a Guido Strazza per i suoi imminenti 95 anni. Lo fa in occasione della donazione di un nucleo di oltre 40 opere - 12 dipinti e 36 opere grafiche - che l’artista romano, da sempre “veneziano di adozione”, ha deciso a favore della Galleria Giorgio Franchetti.
Si tratta di un nucleo di lavori molto specifici di Strazza, da lui dedicati prevalentemente alle geometrie dei Cosmati, gli abilissimi marmorari romani che nei primi due secoli dopo il Mille impreziosirono con opere di assoluta maestria chiese e palazzi, attingendo a più antichi modelli veneto bizantini.
Ad unire la Cà d’Oro, Guido Strazza ed i Cosmati c’è la figura di Giorgio Franchetti.
“In questa mostra, un grande artista e un grande collezionista sono uniti, a distanza di un secolo, da due fattori comuni ad entrambi: il mecenatismo e la passione per i marmi antichi”, sottolinea Claudia Cremonini, Direttore della Cà d’Oro e co-curatrice della Mostra.
Franchetti si cimentò direttamente in uno degli edifici simbolo di Venezia, la Ca ' d'Oro, da lui acquistata e donata allo Stato nel 1916. Strazza fu attratto dai pavimenti musivi delle basiliche romane negli anni della seconda guerra mondiale.
Realtà, simbolo e astrazione si fondono, combinati dalla passione per le pietre pregiate, accanitamente raccolte da Giorgio Franchetti, tra Roma, Firenze e amorevolmente da lui rimontate nel pavimento della Ca d'Oro; contemplate, copiate da Strazza in anni difficili, di armonia perduta, e rielaborate decenni dopo, tra gli anni Settanta e Ottanta: geometrie colorate riaffioranti nella memoria e dall'anima.
L'interesse di Strazza per i Cosmati muove da quell'incunabolo di ispirazione che fu il Futurismo: da lui conosciuto con la guida di Filippo Tommaso Marinetti.
Le ruote di porfido con le fasce circolari dovevano essere familiari a un aeropittore, che fu davvero pilota di aviazione. Le riflessioni su movimento, spazio e luce, il rapporto con le altre arti, in particolare la musica, sarebbero stati sempre al centro della riflessione di Strazza, dei suoi segni, sia pittorici sia grafici, e partono da quella giovanile e precocissima esperienza.